Un ricordo indietro nel tempo e uno sguardo a chi siamo oggi per la Giornata Internazionale dei diritti delle donne

da | Mar 8, 2024 | Storie e Racconti

Ricordo quando vidi la prima volta la propaganda femminista dire io LOTTO ogni giorno, giorno OTTO marzo per la Giornata Internazionale della donna o Giornata Internazionale dei diritti delle donne (cambia parecchio, eh).

La vidi che andavo al liceo e di quella “lotta” non sapevo ancora niente.

Poi sono cresciuta, iniziai a lavorare e mi accorsi che le donne venivano trattate diversamente ma non ne avevo ancora la consapevolezza.

Oggi quella consapevolezza c’è, è amara perché è vera.

C’è perché viene ricordata, stratificata, sostenuta continuamente. Noi donne viviamo le nostre vite quasi non facendoci caso perché è lì, lo sappiamo ma la nostra consapevolezza è nostra soltanto perché per il resto viene ignorata.

Quali sono i nostri diritti, me lo sono chiesto tante volte. Da quando sono mamma ancora di più ma sono figlia, sorella, moglie e me lo sono chiesto continuamente.

Per cosa, esattamente, LOTTIAMO ogni giorno?

Per l’affermazione del sé? Per le nostre ambizioni? Per poter smettere di vantarci che “mio marito mi aiuta in casa”?

Esattamente, ditemi, in fondo per cosa lottiamo?

Per far sì che le cose cambino? Ma cosa dovrebbe cambiare davvero?

Forse quello che siamo agli occhi degli uomini.

E dovremmo ripartire dagli occhi dei bambini per mostrare la nostra essenza.

Mia figlia qualche giorno fa era accanto a me mentre stavo cercando su Facebook un vestito di Carnevale che avevo visto alla figlia di una amica, lo cercavo perché volevo mostrarle quanto fosse simpatico quel travestimento. Lei blocca il mio scroll attratta da una donna in uniforme e mi chi chiede – come sempre ultimamente – “che c’è scritto?”. E io le dico, distrattamente: “Che una donna per la prima volta ha pilotato un aereo per un lungo viaggio (un volo intercontinentale, ndr)”.

E lei mi dice “Perché è strano?”. Non lo so da cosa lo abbia colto, ha capito a modo suo che facesse notizia.

Sbam. Una sberla.

Ho iniziato a pensare. Lo ha capito lei a 5 anni che non è una notizia, non fa notizia, perché dovrebbe fare notizia?

Perché le donne sono “un pericolo al volante, figuriamoci a pilotare aerei” o perché ne sono capaci in via del tutto eccezionale?

La risposta non ce l’ho, non lo so.

Eppure, questa narrazione è normale.

E nemmeno metto piede in quell’altra narrazione del “se l’è cercata” perché mi fa troppo male, provo tanto dolore e non riesco ad entrare nei meandri di quelle terribili parole.

Ma allora che possiamo fare?

Dunque, per cosa lottiamo?

Credo di sapere per cosa, in fondo.

Per guardarci allo specchio e vedere il riflesso dei nostri sogni, volare libero.

Vedere alle spalle i nostri pensieri trasformarsi in un chissà dove e chissà quando senza freni, senza essere imbrigliati.

Senza inciampi.

Perché allora dobbiamo insistere, ogni giorno per vedere quei sogni planare verso l’infinito anche solo con i pensieri?

Mai propaganda fu più azzeccata.

Io LOTTO ogni giorno.

Per riuscire ad essere presente alla recita delle mie figlie e aver consegnato il lavoro entro la deadline stabilita.

Per non vergognarmi nel dire che mi assento dal lavoro perché le mie figlie necessitano di cure che IO voglio offrire loro.

Per far sì che le donne che lavorano con me godano del loro tempo come meglio credano.

Per cancellare scomode domande ai colloqui sulla volontà di avere figli o sulla possibilità di sposarsi a breve.

Per non far sentire sminuite MAI le donne con cui lavoro anche quando si commettono errori.

Per smettere di giudicare la mamma che compra una torta al supermercato per la festa della scuola.

Per non criticare una donna che ha scelto di prendersi cura di casa e bambini senza essere additata come Cenerentola o “casalinga disperata”.

Per essere chi dico di essere.

Per sentirmi libera di scegliere.

Per continuare a sognare un mondo che piano piano diventerà realtà.

Francesca Guglielmino

 

Leggi qui gli altri articoli dello Speciale sulla Giornata internazionale della donna.

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