È sempre più raro incontrare qualcuno in edicola. Se in passato vedere acquistare un giornale o una rivista stampata era una scena comune, adesso è un episodio sempre più insolito. Le edicole, un tempo punto di riferimento, stanno lentamente scomparendo dalle nostre strade, diventando attività di nicchia.
Allo stesso modo, le redazioni di tutto il mondo tendono a trasferire i contenuti dai formati tradizionali di stampa, come il giornale cartaceo e la carta patinata, ai formati digitali, come i siti web di notizie, le app di news, blog e gli ebook. Parliamo in tal caso del fenomeno di dematerializzazione.
Ma cosa rappresenta per la società questo fenomeno?
Nonostante per l’editoria la dematerializzazione rappresenti un’opportunità per ridurre i costi di produzione e distribuzione, le redazioni preferiscono continuare a stampare su carta per diversi motivi legati alla tradizione e alla qualità del prodotto.
La percezione della qualità del prodotto cartaceo è considerata meno effimera rispetto ai formati digitali. Una delle peculiarità della carta stampata è la memorabilità. Grazie all’uso visivo e sensoriale del giornale, che coinvolge emotivamente il lettore, si crea un’esperienza che persiste nel tempo. Inoltre, fornire carta stampata ai propri clienti attribuisce una maggiore considerazione e credibilità al brand.
Anche se per una questione di comodità molti lettori preferiscono l’accesso immediato ai testi da dispositivi digitali, molti altri sono ancora legati all’esperienza tattile e tangibile della carta stampata che continua ad avere un fascino e un valore unico per molti di loro.
La sensazione di tenere in mano una rivista o un giornale, sfogliare le pagine sentendone l’odore e prendere annotazioni su di esse, per molti rappresenta un momento di pausa e relax da dedicare sé stessi. Esperienza sensoriale diversa da quella che può offrire lo smartphone, spesso fonte di distrazione a causa dell’arrivo di continue notifiche e messaggi.
Gianni Paolucci, Presidente dell’Associazione degli Stampatori dei giornali, riassume perfettamente questo concetto utilizzando una metafora «La carta stampata rappresenta l’haute couture, mentre i servizi digitali sono il prêt-à-porter» come si legge su LinkedIn Hunkeler.it.
Per gli scrittori e i giornalisti, il passaggio dalla carta stampata al digitale, ha portato un cambiamento nel loro modo di scrivere e comunicare con il pubblico. Come riporta youexpo, il lettore oggi va di fretta ed è alla ricerca di informazioni rapide, brevi ma coincise. Tutto il lavoro di chi scrive, si concentra quindi sulla scrittura di titoli accattivanti, articoli sintetici, stili di scrittura più chiari possibili e ottimizzati per i motori di ricerca.
Questo cambiamento ha portato gli scrittori a doversi adattare e ad avere maggiore flessibilità, abbracciando l’utilizzo di nuove tecnologie.
In conclusione, sebbene la dematerializzazione ci dia la possibilità di essere sempre aggiornati e di leggere articoli a qualsiasi ora del giorno ovunque ci troviamo, si rischia di dimenticare il vero valore della lettura che solo la carta stampata può offrire.
Sfogliare le pagine di un giornale o di una rivista appena acquistata in edicola, può regalare un momento di piacere scoprendo storie, leggendo articoli ed esplorando le suggestive immagini.
Guidati dalla stessa vocazione, Living in The City Magazine, media project di Beis Gruppo Editoriale nasce con l’obiettivo di mantenere viva la tradizione della carta stampata, senza rinunciare all’aggiornamento rapido sul digital.
Il magazine vuole offrire ai propri lettori un’esperienza di lettura coinvolgente attraverso il tocco delle pagine, che permetta loro di scoprire nuovi racconti e storie del territorio, mentre si concedono un momento di pausa e riflessione, lasciando gli aggiornamenti rapidi e volatili ai social media e al sito web.
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